San Benedetto, fratello di Santa Scolastica, nacque verso il 480 d.C. da un’agiata famiglia romana a Norcia, dove trascorse i primi anni della sua vita. A 12 anni i genitori lo mandarono a Roma per assicurargli una buona formazione. Benedetto rimase sconvolto dalla vita dissoluta della città, perciò all’età di 17 anni si ritirò prima nella valle dell’Aniene presso Enfide (l’attuale Affile), poi nella valle di Subiaco, dove visse per tre anni da eremita, in una grotta del Monte Taleo (attualmente contenuta all’interno del Monastero del Sacro Speco), fino alla Pasqua dell’anno 500.
Conclusa l’esperienza eremitica, visse in un ritiro cenobitico presso Vicovaro, ma, dopo un tentativo di avvelenamento, tornò a Subiaco, dove rimase per quasi trenta anni, diventando il punto di riferimento per un numero crescente di discepoli e creando tredici comunità monastiche, ognuna con dodici monaci ed un proprio abate, tutti sotto la sua guida spirituale.
Intorno al 529, a causa del clima ostile nei suoi confronti, Benedetto decise di abbandonare Subiaco e si diresse verso Cassino dove, sopra un’altura, fondò il monastero di Montecassino. Qui nel 534 dettò la celebre Regola benedettina. Composta da un prologo e da 73 capitoli, la regola organizza nei minimi particolari la vita dei monaci, stabilendo i tempi della preghiera, del lavoro, dello studio della Parola di Dio e del riposo. Inoltre fissa i due cardini della vita comunitaria: la stabilitas loci, ossia l’obbligo di risiedere per tutta la vita nello stesso monastero e la conversatio morum, cioè la buona condotta morale e l’obbedienza all’abate (il nome deriva dal siriaco abba, “padre”). Attraverso la diffusione della sua Regola si impose un nuovo modo di essere monaco, diverso da quello che era tipico dell’Oriente, caratterizzato dall’isolamento e dalla contemplazione, per questo Benedetto viene considerato il fondatore del monachesimo occidentale.
Benedetto morì il 21 marzo 547, quaranta giorni circa dopo la scomparsa di sua sorella Scolastica con la quale fu sepolto.
SAN BENEDETTO PATRONO D’EUROPA
Il 24 ottobre 1964 papa Paolo VI ha proclamato san Benedetto da Norcia patrono d’Europa. Questo importante riconoscimento ha contribuito ad evidenziare il ruolo che l’Ordine di San Benedetto ha avuto nella formazione dell’identità culturale europea, grazie alla rete di monasteri che già dal Medioevo si diffusero in tutto il Vecchio Continente. I monasteri non furono solo centri di preghiera, ma anche di cultura, basti pensare all’opera dei monaci amanuensi che, attraverso il loro prezioso lavoro di copiatura, hanno permesso che arrivassero a noi non solo testi sacri, ma anche capolavori dell’antichità greca e romana che altrimenti sarebbero andati perduti.
I monasteri erano un punto di riferimento per tutto il territorio in cui sorgevano: erano centri di assistenza, in cui veniva prestato soccorso alla popolazione, di difesa contro le scorrerie dei barbari, grazie alle loro solide mura, ma ebbero anche un ruolo fondamentale nello sviluppo dell’agricoltura e dell’economia in generale. I monaci, ad esempio, furono spesso promotori di grandi opere di bonifica e di irrigazione per aumentare la disponibilità di terreni da coltivare e la loro produttività.
Nell’immagine l’affresco “La Vergine col Bambino tra i fratelli Scolastica e Benedetto” della Cattedrale di S. Maria Argentea a Norcia, dipinto da Francesco Sparapane tra il 1510-1520.