Monica nacque nel 331, a Tagaste, nel nord Africa, da una famiglia cristiana benestante. Sposò Patrizio, pagano, uomo dal carattere difficile, infedele, che lei con pazienza e preghiera riuscì ad avvicinare alla fede. Ebbe tre figli, che educò ai valori cristiani, e rimase vedova a 39 anni, dovendo provvedere all’amministrazione dei beni di famiglia e alla crescita della prole. Il figlio primogenito, Agostino, le diede particolari preoccupazioni: inquieto, alla continua ricerca della verità, si allontanò dalla fede cattolica, vagando da una filosofia all’altra. Monica si trasferì a Cartagine e poi in Italia per seguire il figlio, docente di retorica a Milano. Influì sulla conversione del figlio Agostino, che, ricevuto il battesimo dal vescovo Ambrogio, decise di tornare a Tagaste per dar vita ad una comunità di servi di Dio. Prima dell’imbarco per l’Africa, i due dovettero sostare ad Ostia, dove Monica si ammalò e morì all’età di 56 anni.
“Monica […], dopo la morte del consorte Patrizio, si propose di imitare Maria e chiese alla Vergine come andasse vestita quando divenne vedova. La Madonna accondiscese alla richiesta e apparve a Monica vestita con una povera, ampia veste scura, stretta alla vita da una lunga cintura di pelle che, dalla fibbia, scendeva fin quasi ai piedi. Slacciatasi la cintura, Maria la porse alla sua devota raccomandandole di cingerla sempre e assicurando che, chi avesse cinto la sacra cintura, avrebbe potuto contare sul suo speciale patrocinio. Fra i grandi devoti della sacra cintura fu proprio Agostino e, dal fondatore, il culto si diffuse in tutto l’Ordine. […] Il popolo ricorse al culto della Madonna della Cintura per impetrarne la difesa contro Il flagello della peste, per ottenere guarigioni, per essere preservati dalle violenze e dalle offese.”
(Mario Polia, “TRA CIELO E TERRA. Religione e magia nel mondo rurale della Valnerina. Volume II Il Ciclo dei mesi”, Edicit, Foligno, 2009, p.289)
La venerazione alla Madonna della Cintura (così chiamata per l’attributo iconografico della cintura) si diffuse in Valnerina, nell’ambito della spiritualità agostiniana, e la festa in suo onore veniva celebrata la prima domenica dopo il 28 agosto. E’ conosciuta anche con l’appellativo di Madre della Consolazione.