Il CEDRAV, Centro per la Documentazione la Ricerca Antropologica in Valnerina e nella dorsale appenninica umbra, è stato istituito con legge regionale n. 24 del 18 aprile 1990 e ha iniziato concretamente ad operare nel 1992 con l’approvazione del proprio Statuto da parte del Consiglio Regionale, avvalendosi di personale assegnato dalla Regione dell’Umbria.

Le finalità del CEDRAV, in armonia con gli indirizzi della programmazione regionale, sono quelle di: produrre pubblicazioni scientifiche, organizzare archivi cartacei, sonori, fotografici, audìovisuali e oggettuali, dotarsi di una biblioteca specializzata, di strutture espositive per mostre temporanee e permanenti, di sale per convegni e per attività dimostrative e didattica, allestire esposizioni, organizzare convegni, incontri scientifici e corsi di formazione professionale, stabilire rapporti di collaborazione con altre istituzioni, promuovere iniziative per scuole e associazioni, svolgere funzioni di consulenza scientifica, erogare e gestire servizi.

La sede del Centro si trova presso l’ex Monastero di S. Giacomo. Il complesso fu costruito all’estremità meridionale dell’abitato di Cerreto di Spoleto in prossimità dell’accesso al paese dalla via Cerretana, ancora oggi percorribile, che risaliva il colle da Borgo Cerreto,

La facciata della chiesa, ornata da un portale archiacuto con una croce scolpita nella lunetta, corrisponde ora alla parete sinistra della navata, dopo l’ampliamento dell’edificio che risale al secolo XV. All’interno, sulla parete sinistra, si trova l’altare ligneo, ora in restauro, con la tavola della Visitazione di Camillo Angelucci da Mevale (firmato e datato 1573). Nei pilastri delle pareti laterali sono inserite due lapidi dei legati di Armodio Maccioni.

Le pareti della chiesa conservano buona parte della decorazione a fresco del secolo XV fra cui si segnalano, tra i numerosi votivi di santi, sulla parete dell’altar maggiore, una Annunciazione e sulla parete destra, una Crocifissione e una Trinità. Nella chiesa si conservano anche le tele di S. Giacomo, S. Benedetto, S. Agostino e S. Andrea (secolo XVII), mentre le macchine d’altare barocche sono state smontate. Da un grande arcone, riaperto con i lavori di restauro, sulla cui sommità restano ampie tracce di un affresco del sec. XVI raffigurante il Giudizio Universale, si accede ai locali del monastero. In una parete a destra è visibile parte della decorazione a fresco della fine del secolo XIV con Storie della Passione, mentre in un’altra stanza restano tracce di affreschi attribuiti agli Angelucci da Mevale. Al piano inferiore, l’Oratorio coperto a volta, ora destinato a biblioteca, conserva un grande affresco della prima metà del XV secolo che rappresenta il Giudizio Universale,

Le tormentate vicende subite dall’intero complesso e, purtroppo, il rovinoso stato di abbandono in cui ha versato per molti anni, hanno compromesso in larga misura le possibilità di recupero dell’impianto originario del complesso monastico rendendone difficile anche la lettura, comunque sono ancora individuabili l’ingresso con la ruota, il cortile ed il pozzo, la cantina, l’oratorio interno e il dormitorio.

Un qualche risarcimento all’aspetto originale del complesso verrà dal restauro della decorazione a fresco e dalla ricollocazione degli altari e delle tele.